Monete romane: il valore e le informazioni principali sulle antiche monete diffuse in tutta Europa nel periodo dell’Impero Romano.
Chi ha una passione numismatica non potrà non essere affascinato dalle monete romane antiche. Ma ti sei mai chiesto che valore abbiano? Quali sono le più ricercate? E dov’è possibile trovarle? Se sei alla ricerca di tutte le informazioni sulle monete risalenti all’epoca dell’Impero Romano, ecco tutto quello che è necessario sapere.
Monete dell’Antica Roma: dal baratto alla monetazione dell’Impero
Prima di capire il valore delle monete oggi disponibili sul mercato, dobbiamo fare un bel ripasso di storia. Ovviamente, agli albori della storia di Roma gli scambi commerciali avvenivano per baratto, e non per acquisti tramite denaro. La prima forma di monetazione avvenne con frammenti e scarti di lavorazione di metallo, generalmente di bronzo, chiamati Aes rude. Si trattava ovviamente di monete ancora molto rozze e poco simili a quelle ‘moderne’.
Un piccolo passo in avanti si fece con gli Aes signatum, pezzi di bronzo dalla forma definita, spesso rettangolare ma anche rotonda. Sopra a questi erano riportati il valore e alcuni simboli che richiamavano l’autorità dell’emittente. A questi fecero seguito gli Aes grave, pesanti monete metalliche rotonde emesse pe la prima volta in epoca repubblicana. Di fatto, possono essere considerate proprio queste le prime monete romane antiche.
Proprio in età repubblicana le monete iniziarono a valere in maniera diversa: nacquero così gli assi e successivamente le frazioni di assi, che si differenziavano per peso. Le prime monete coniate furono invece le didracme. Si tratta di monete oggi molto ricercate. In buone condizioni possono arrivare a valere anche 500 euro.
Una svolta fondamentale fu l’arrivo del denario, tradizionalmente datato al 211 a.C., principale moneta fino ai tempi di Costantino. Si tratta di monete molto simili nell’aspetto a quelle in circolazione anche nei giorni nostri. Il loro valore? Parte dai 50 euro e può arrivare ben oltre i 200! Come per gli assi, anche i denari furono frazionati, in particolare nei quinari (mezzo denario) e nei sesterzi (un quarto di denario). E le monete d’oro? Iniziarono a circolare regolarmente solo durante l’età imperiale.
Monete antiche romane: il valore di quelle dell’Impero
Il primo imperatore a coniare monete fu Augusto. La moneta d’oro che nacque in questo periodo si chiamava aureo. Si trattava di una moneta che aveva un multiplo (il quaternario, dal valore di 4 aurei) e un sottomultiplo, il quinario (dal valore di mezzo aureo). Non scomparvero però improvvisamente anche altri tipi di monete, come gli assi, i duopondi e i sesterzi, monati però con metalli di minor valore.
Ma qual è il valore di queste monete oggi? Con gli aurei le cose si fanno serie. A seconda dello stato di conservazione e della rarità , un aureo può infatti anche arrivare a toccare i 2mila o 3mila euro. Ma ci sono esemplari che superano anche i 7mila euro, come il pietas augusti Gordiano III. Attenzione però: gli esemplari rari di monete romane possono infatti a valere anche delle vere e proprie fortune!
Monete romane: valore e dove trovarle
Per rare, intendiamo praticamente introvabili. Esiste una moneta romana imperiale che si è guadagnata una fama immortale tra gli appassionati. Stiamo parlando del medaglione aureo di Massenzio. Se ne conoscono oggi solo due esemplari, e uno di questi è stato venduto all’asta per il valore di 1.407.550 dollari.
Ma arriviamo alle informazioni pratiche per i collezionisti. Attualmente la legislazione italiana consente la compravendita di monete romane antiche e rare, ma solo dopo il rilascio di certificati di autenticità e l’attestazione di provenienza lecita. Tuttavia, non è possibile ricercare monete da privati in scavi autorizzati. Se dunque sei alla ricerca di monete romane, puoi sì munirti di metal detector, ma per cercarle in zone pubbliche. Altrimenti, la soluzione migliore è rivolgersi a commercianti o aste di numismatica, per poter anche essere sicuri dell’autenticità dei pezzi da comprare. Sempre che non si preferisca guardare ad altri tipi di monete, ad esempio i centesimi rari, che a loro volta possono valere una fortuna.